Ferro & Pietra – Protagonisti dell’Interior Design

Come non subire il fascino del ferro e della pietra, per chi si occupa di Architettura e Design?

C’è qualche cosa di nuovo nel nostro percepire e progettare le nuove opere architettoniche intorno a noi, che ci ha portato a sviluppare un senso critico nei confronti dell’ambiente e ci ha avvicinato sempre di più agli elementi naturali, riscoprendo anche le antiche metodologie di utilizzo dei materiali più antichi ad uso dell’uomo: il ferro e la pietra.

Condivido da sempre la necessità e il desiderio dei grandi maestri architetti di avere un Atelier, uno spazio destinato alla raccolta dei materiali e dei campioni più belli e particolari disponibili in natura e sul mercato, frutto della mia passione per le texture, i colori e le materie più disparate che possono essere utilizzate in architettura e nell’interior design: nel mio Atelier di Cortina d’Ampezzo lo spazio destinato ai campioni di pietra e di ferro, con tutte le loro lavorazioni, è sempre ben fornito e attrezzato.

Un Atelier, per un architetto, è il laboratorio delle idee, è una griglia per progettare, è lo spazio per indagare sugli accostamenti tra materiali “duri” e materiali “morbidi”, sulla loro matericità e sugli effetti legati più strettamente al progetto: trasmettere continuità, morbidezza o rottura. I materiali utilizzati a contrasto diventano “soglie” virtuali per gli ambienti, i pavimenti raccontano dei percorsi, i soffitti e le pareti suggeriscono sensazioni differenti.
La Pietra e il ferro ben si prestano ad essere i protagonisti di questo modo di progettare, e infatti dedico molto tempo, ogni anno, a visitare luoghi, fiere internazionali, industrie e laboratori artigianali, sempre alla ricerca di elementi performanti, di dettagli, di sistemi antichi o innovativi che ci possano “parlare” o più semplicemente “emozionare”, lasciando spazio alla creatività, alla soluzione creativa di compiti reali, ma anche riappropriarsi del lavoro “con le mani”.

Nelle officine dei fabbri artistici-artigianali è possibile scoprire dei veri tesori, per noi Architetti: tondini o quadrelli di ferro battuto dapprima forgiato a mano con il fuoco e poi sagomato, fino a diventare il perfetto oggetto che abbiamo progettato, sia esso una lampada, un’inferriata, un parapetto, un caminetto…

Oppure grandi lastre metalliche che poi vengono piegate e sagomate fino a diventare grandi rivestimenti per camini, banchi bar, pareti o quant’altro, rifiniti poi con molte tecniche, la mia preferita è forse quella del ferro nero satinato opaco. In un’officina metallica si può sempre sperimentare, cercare nuovi effetti visivi, nuovi impatti sullo spazio e sulla luce che stiamo progettando, e spesso dopo ogni visita riporto con me, nel mio Atelier, le molte prove tecniche che ho effettuato con l’artigiano.

Svolgo la mia professione di architetto nel territorio di Cortina d’Ampezzo, che è ricompreso nel Sistema Dolomitico 5 (dolomiti settentrionali) e Sistema Dolomitico 1 (Pelmo e Croda da Lago) e sono attratta dai materiali e dai sistemi costruttivi così peculiari di queste terre: impossibile per me non subire il fascino del ferro battuto forgiato a mano e delle pietre presenti nelle Dolomiti che utilizzo con costanza e con grande ricerca all’interno del mio Atelier di Architettura.

E non solo di Pietra Dolomia (di colorazione dal grigio argento al bianco rosato) si parla: amo utilizzare anche le altre pietre presenti sul territorio e nelle sue immediate vicinanze: ad esempio la pietra di Castellavazzo (dal grigio intenso al rosso), la rara Pietra di Cugnan (dal grigio azzurro al giallo chiaro).

Per un Architetto, le case che realizza sono una “lente” attraverso la quale avvicinarsi, guardare e vivere il mondo contemporaneo, per poi ricreare i migliori interior design anche utilizzando i materiali più naturali quali il ferro e le pietre, riproponendo anche negli arredi una contestualità tipica degli ambienti più ricercati.

La pietra offre infinite possibilità di colorazione, assemblaggio, lavorazione e posa in opera.
La possiamo utilizzare levigata per le superfici più grandi da montare sulle pareti a casellario, con i bordi a spacco che ci ripropongono il suo aspetto in natura.
La possiamo frazionare in listelli di varie misure, da assemblare poi come rivestimento di elementi verticali, dove la luce studiata e posizionata correttamente ce ne rivela la porosità, il colore, la brillantezza.
Utilizzandola sui gradini la possiamo bocciardare, rendendone la superficie meno sdrucciolevole, mentre sui grandi piani di cucine o bagni la possiamo sabbiare, fiammare o acidare.
Ogni trattamento conferisce alla pietra un aspetto completamente differente, a seconda che si voglia opacizzare, lucidare, smorzare o enfatizzare il colore.

Una lavorazione nuova che ho introdotto di recente nelle mie realizzazioni, è una “graffiatura” continua con effetto multi-riga che a seconda dello spessore e della distanza tra le graffiature stesse, conferisce una texture esclusiva ad ogni ambiente.

Così ad esempio all’interno della doccia possiamo usare lo stesso materiale, ma lavorato in modi diversi, ad esempio il piatto doccia in pietra massello con superficie fiammata e acidata (con effetto antisdrucciolo ma quasi vellutato al tatto) e sulle pareti lastre grandi vevigate montate a casellario che si alternano con una zona lavorata con graffiatura millerighe, il tutto
sormontato da controsoffitti in legno predisposti per l’inserimento di apposita illuminazione.

Ma è forse nel rivestimento dei camini, i fuochi che costituiscono il cuore della casa, che la pietra si racconta meglio, prestandosi proprio per la sua consistenza alle lavorazioni piu’ svariate, e diventa sontuosa quando è abbinata al ferro, che sia poi rifinito in cromo satinato, in corten, o trattato con polveri epossidiche che gli conferiscono colori brillanti e preziosi.

«La sostenibilità – credo – sia la scoperta recente che la terra è fragile e che le città sono vulnerabili». Questo dice, in un’intervista del 2008, l’architetto Renzo Piano riguardo la sostenibilità, in cui non vede solamente una scoperta scientifico-tecnica, ma soprattutto un’opportunità per l’architettura di esplorare nuovi linguaggi e la possibilità di dialogare con il clima e con il contesto.

Ferro & Pietra sono i materiali sostenibili per eccellenza, non si distruggono mai e si possono rigenerare in mille situazioni, esempio di costruzione attenta alla sostenibilità ambientale:
Seguendo i principi della bioarchitettura, nelle costruzioni architettoniche vanno stati scelti materiali di provenienza locale, per limitare anche l’inquinamento dovuto al trasporto. Il criterio della sostenibilità trova applicazione anche
nella scelta dei materiali di produzione italiana.

Ambra Piccin Architetto